L’AUTORE ASSENTE. L’ANONIMATO NELL’EDITORIA ITALIANA DEL SETTECENTO
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l'editoria europea conosce nel corso del settecento una fase di straordinario fermento: accanto all'estensione del mercato del libro, cresce sempre più l'affermazione della personalità creativa degli autori, e non è un caso che in quegli anni si inizi a riconoscere, almeno in inghilterra, il diritto d'autore. l'italia partecipa a questa vivacità intellettuale, ma accanto all'esigenza degli scrittori di affermare la propria identità, si affianca un'altra tendenza, sempre esistita, di segno contrario: la scelta di far circolare le proprie opere in forma anonima. quali le ragioni dell'anonimato? il silenzio d'autore è certamente legato a una logica di controllo per i generi su cui pesa il giudizio negativo della censura ecclesiastica. ma c'è di più: scrivere libri che potevano essere considerati di basso profilo culturale, come molti romanzi o altri libri di larga circolazione, poteva nuocere al buon nome dell'autore. meglio dunque rifugiarsi nell'anonimato. un capitolo fondamentale e fin qui poco studiato della storia dell'editoria italiana.